CFF – DAY0: recensione all’anteprima dell’8 ottobre

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Sabato 8 ottobre, tra il Fireone Streetpark e la Fabbrica del Cinema, si è svolta l’anteprima del Carbonia Film Festival, che proseguirà dal 12 al 16 ottobre.

In quest’occasione, il Festival si è presentato, in modo più o meno esplicito, come caratterizzato dalla profonda e insistente ricerca di contatti tra realtà diverse, con la volontà di ricercarne i collegamenti.

Sono emersi molteplici livelli e prospettive di differenti realtà artistiche, numerose sfumature dell’animo umano, ma anche esperienze sociali distanti tra loro. In ognuna di queste dimensioni sono stati messi in luce i possibili fili conduttori, sia all’interno di queste categorie, sia all’esterno – tra le categorie stesse.

Così mentre all’ingresso della Fabbrica del Cinema si poteva assistere al reading concerto di Massimo Zamboni, al Fireone Streetpark si poteva ascoltare il dj set del rapper Danno. Da una parte motivi e tonalità – sia sociali sia individuali – che hanno caratterizzato il XX secolo (il concerto è stato chiamato “Il Rosso e il Nero“), dall’altra la storia del Rap italiano, rappresentata da Danno e spiegata dal documentario di Enrico Bisi.

A dire il vero, la storia del 900 narrata da Zamboni finisce per raccontare, volontariamente o meno, la storia dell’artista. Lo fa sia perché gli accadimenti del nostro paese vengono inquadrati attraverso una vicenda personale, ovvero l’uccisione del nonno dell’ex musicista di Cccp e Csi, sia per un’evidente necessità di volgere lo sguardo “all’indietro”.

Massimo Zamboni durante il Reading Concerto "Il Rosso e il Nero", presso la Fabbrica del Cinema
Massimo Zamboni durante il Reading Concerto “Il Rosso e il Nero”, presso la Fabbrica del Cinema

Questa necessità emerge chiaramente nelle parole dell’artista, sebbene le interpretazioni di ciò possano essere molteplici. Non ci è dato sapere se eventuali fallimenti ideologici possano aver stimolato una ricerca verso il passato, di sicuro però è manifesta e dichiarata la voglia di rendere giustizia a ciò che prematuramente e rapidamente è stato dimenticato – o forse persino mai interiorizzato: proiettili e botte che spezzano legami, non solo tra figli, genitori, amanti e nipoti costretti a fronteggiare la perdita, ma anche legami tra vittime e carnefici, che in molti casi sarebbero potuti essere amici o che lo erano effettivamente stati.

Un reading concerto come quello di sabato sera è talmente ricco di riferimenti, riflessioni, passioni e conflitti da poter risultare faticoso da seguire, ma proprio per questo incredibilmente stimolante, sia intellettualmente che a livello emozionale.

Zamboni e Roversi insieme sul palco
Zamboni e Roversi insieme sul palco

Massimo Zamboni è stato accompagnato da Cristiano Roversi, un bravissimo musicista (suona tra l’altro numerosi strumenti) e compositore che è stato, per un evento già molto bello, un vero e proprio valore aggiunto.

Tanti gli intrecci anche per la mostra di Angelo Liberati, chiamata significativamente “Fotogrammi Dipinti“.

I suoi lavori si presentano come complessi, particolari e sicuramente stimolanti in funzione di una qualsiasi riflessione estetica, nel senso tecnico del termine.

Alcuni problemi legati allo stato dell’arte di cinema e fotografia riguardano l’assenza dell’hic et nunc dell’opera. A questo occorre aggiungere la problematicità del rapporto auratico tra spettatore e immagine fotografica che, se non mancante, è quanto meno differente a causa della riproducibilità tecnica presente in qualsiasi foto o in qualsiasi dvd.

Una delle opere di Liberati presenti alla mostra "Fotogrammi Dipinti"
Una delle opere di Liberati presenti alla mostra “Fotogrammi Dipinti”

Queste questioni, splendidamente indagate da Walter Benjamin nei primi decenni del 900, trovano implicazioni ulteriori man mano che ci si avvicina ai “nostri tempi”. Potremmo allora chiederci se un’opera complessa come quella del Roversi, che è de facto molto più di un realismo pop, sia legittimata a dare una qualche tradizione – da intendere come trasmissione dell’unicità del qui e ora – a elementi fotografici e cinematografici prodotti in serie,quindi quantitativamente (videocassette, dvd, bluray, fotografie, locandine, etc.).

Facendo propria questa chiave di lettura si può quindi capire quanto possa essere interessante trovare realtà fotografiche e cinematografiche su tele che ambiscono all’originalità e all’autenticità, e dunque al rapporto auratico col soggetto che guarda.

Risulta invece più semplice, ma non meno affascinante, riflettere sugli aspetti analogici in relazione al cinema. Nella mostra “Fotogrammi Dipinti”, infatti, un misto di contaminazioni trovano comune convivenza in opere che, come ha giustamente osservato Gianni Murtas nel testo esposto tra i quadri della mostra:

<<sono prodotti di una progettualità sincretistica, ed è forse per questo che si prestano magnificamente ad esplicitare la dimensione sfaccettata e corale dell’operare cinematografico>>

Ulteriori similitudini sono riscontrate da Murtas a livello semantico, perché nei quadri di Liberati, così come nel cinema, l’insieme è sì costituito da frammenti di immagini preesistenti, ma nel complesso si hanno infine oggetti compositi ottenuti mediante la contaminazione di gesti, linguaggi e tecniche assolutamente differenti.

Visitatori alla mostra di Angelo Liberati "Fotogrammi Dipinti"
Visitatori alla mostra di Angelo Liberati “Fotogrammi Dipinti”

L’anteprima del Carbonia Film Festival dunque, è stata decisamente ricca e culturalmente significativa, un vero e proprio raggio di luce in un contesto sociale e territoriale problematico. Si è data una grande prova di forza che pensiamo possa proseguire nei prossimi giorni del Festival.

Ma soprattutto, le potenzialità “interconnettive” del cinema sono state trasformate in evento. Per questo possiamo trovarci pienamente d’accordo con la scelta di aprire l’anteprima al Festival con l’inaugurazione della mostra di Angelo Liberati.

Stasera, mercoledì 12 ottobre, inizia il Carbonia Film Festival: alle 18 verrà inaugurata la mostra di Lorena Canottiere e, dopo gli aperitivi sonori al Neb Caffè, alle 20.30 l’inizio del Carbonia Film Festival con Vinicio Marchioni e Milena Mancini.

A seguire il primo lungometraggio in concorso, il documentario After Spring di Steph Ching e Ellen Martinez.

Carbonia.net seguirà il Festival da vicino proponendo ogni giorno, ai propri lettori, un resoconto della serata e le recensioni dei film partecipanti.

Articoli successivi:

CFF – DAY1: le interviste ai protagonisti e la recensione di After Spring

CFF – DAY2: le recensioni dei film in concorso

CFF – Day3: le recensioni dei film in concorso

CFF – DAY4/5: le recensioni dei film in concorso e le premiazioni