Verso le amministrative: intervista a Barbara Pischedda

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Barbara Pischedda
Barbara Pischedda

Barbara Pischedda è una psicologa, da più di 10 anni si occupa di psico-educativa per bambini e adolescenti con disturbi pervasivi dello sviluppo. Ma Barbara è anche una fiera militante politica che ha avuto il piacere di contribuire attivamente alla nascita del progetto Casa del Popolo. Oggi si presenta alle nuove amministrative di Carbonia candidandosi consigliera con Articolo Uno a sostegno di Luca Pizzuto sindaco.

Carbonia.net: Qual è il tuo personale bilancio degli ultimi 5 anni di Amministrazione di Carbonia?

Barbara: È innegabile che la passata amministrazione abbia avuto delle mancanze soprattutto nel rapporto politico con la città e nella comunicazione al cittadino. Abbiamo, però riconosciuto da parte del Movimento 5 stelle la volontà di voler rimettere in circolo le idee e le energie positive che sono riusciti a produrre durante questi cinque anni per costruire un progetto nuovo.

Carbonia.net: Cosa ti ha convinto ad accettare l’alleanza politica con il Movimento 5 Stelle? Perché credi che i cittadini di Carbonia dovrebbe dare ancora fiducia a consiglieri e assessori uscenti?

Barbara: Devo dire che conoscevo poco le persone che facevano parte del Movimento 5 stelle. Questa esperienza mi ha permesso di conoscere delle persone che credono profondamente in un’idea e che con umiltà si sono messe a disposizione di un progetto nuovo. Da un punto di vista politico penso invece che non esista un’alternativa a questo centrosinistra.

Preferisco e preferiamo stare con chi pensa che chi non ha un reddito vada sostenuto invece che con chi vorrebbe lanciare una nuova guerra contro i poveri in questo paese. La domanda dovreste farla agli amici del Partito Democratico. Perché come avvenuto a Bologna e Napoli voi non siete qui?

Carbonia.net: Secondo te sarebbe stato meglio se Pietro Morittu e Luca Pizzuto avessero trovato un accordo elettorale?

Barbara: Per fare un accordo bisogna essere almeno in due. Meglio se in tre. Credo sia evidente a tutte le cittadine e i cittadini che il Partito Democratico a Carbonia avesse un’altra idea per la città che sicuramente non è stata chiusa nei mesi estivi ma a cui si stava lavorando da tempo. La vera domanda ripeto è: perché il PD non è dove sta il suo segretario Letta eletto a Siena con i voti di Articolo Uno e del Movimento 5 stelle?

Carbonia.net: Di professione sei psicologa: puoi descriverci come valuti gli strumenti pubblici per il sostegno e la cura dei disturbi psichici a Carbonia e nel Sulcis?

Barbara: Il nostro sistema ha retto perché qui nel Sulcis si è applicato per anni quello che è un vero principio di sussidiarietà coinvolgendo le associazioni che riuniscono i sofferenti psichici e le loro famiglie. Associazioni come Albeschida e Asp sono un patrimonio che andrebbe coinvolto ancora di più non ostacolato come hanno fatto le ultime dirigenze della ASL. Per quanto attiene all’intervento diretto del pubblico posso dire che non si fa mai abbastanza per offrire servizi per il benessere psicologico e la salute mentale.

Come se questa fosse una salute di serie B.

Carbonia.net: Limitatamente alle competenze del Comune, quali aspetti proporresti di migliorare/implementare? Guardando più in generale il Sulcis, Carbonia potrebbe diventare punto di riferimento e portavoce di istanze anche in tema di cura e assistenza dei disturbi psichici?

Barbara: Nella programmazione dei piani socio-sanitari il Comune può incidere limitatamente a quello che è il suo ruolo di controllo e pianificazione ma non di decisore. Nondimeno credo che sul piano cittadino il coinvolgimento dell’associazioni presenti unitamente all’apertura di centri ad hoc dedicati ai diversi tipi di disturbi e devianze possano giocare un ruolo importante.

Chiaramente so anche che i fondi a disposizione sono molto limitati.

Per cui alcune azioni si possono svolgere a costi bassi, altre necessitano degli sforzi per trovare le risorse. La verità è che al territorio anche in questo ambito manca come l’aria uno strumento di pianificazione e gestione territoriale come lo era la provincia. Quando Luca Pizzuto, il nostro candidato a Sindaco, è stato assessore provinciale alle politiche sociali si sono fatte delle cose importanti

Carbonia.net: Ci sono molte ipotesi riguardo la possibilità che la pandemia che stiamo vivendo abbia provocato e provocherà conseguenze psicologiche importanti nella popolazione. Secondo te il Comune dovrebbe essere parte attiva nel monitoraggio, ad esempio nelle scuole, ed eventualmente nell’intervento in questo senso? Quali strumenti potrebbe promuovere?

Barbara: Abbiamo sofferto di un fenomeno chiamato “infodemia” durante questi due anni con un bombardamento di informazioni spesso contrastanti ma che avevano la pretesa di essere il vangelo. Questo ha portato a un fenomeno di smarrimento e colpevolizzazione dei cittadini che ha acuito le difficoltà. Il comune dovrebbe intervenire soprattutto nelle scuole e attraverso i servizi sociali in quelle situazioni a rischio che sono state lasciate a se stesse. Insieme alla crisi economica a colpire duro è la solitudine, la sensazione di essere impotenti. Spesso un ascolto vero e aperto può fare molto. Se invece continueremo a giudicare, soprattutto i più giovani, lasceremo macerie.

Carbonia.net: A livello nazionale e regionale, durante la pandemia sono stati chiusi molti luoghi e precluse molte attività legate alla cura del disturbo psichico, che tutt’ora rimangono inaccessibili. A Carbonia c’è stato il caso della Casa Famiglia, presso i locali del CSM, chiusa con una catena per impedire l’accesso ad Albeschida, associazione di volontariato che in quei luoghi aveva la sede legale e operativa. Un luogo dove gli UFE (Utenti Familiari Esperti) hanno svolto per circa vent’anni la prima accoglienza di tanti sofferenti psichici, divenuti poi volontari dell’associazione stessa seguendo lo spirito rivoluzionario “del fare assieme” di Renzo De Stefani. Un importante anello di congiunzione tra il dramma personale e familiare nella scoperta della malattia e la presa in carico della Asl. Pensi che stiamo vivendo un clima di restaurazione nella psichiatria? Cosa proporresti per opporre una visione diversa alla sola terapia di contenimento?

Barbara: Stiamo vivendo il tentativo di uccidere la riforma Basaglia. Culturalmente stiamo tornando alla comunicazione della malattia mentale come qualcosa di pericoloso e contagioso che deve essere tenuto lontano dalle nostre vite. Qualcuno vorrebbe tornare a trattare i sofferenti psichici come quelli che un tempo venivano chiamati “i matti” con un’identificazione pericolosissima tra malattia e persona. Ma i sofferenti psichici sono Innanzitutto cittadine e i cittadini che hanno bisogno come tutti di amare, arrabbiarsi, trovare il proprio posto nel mondo. È folle pensare che associazioni in cui ci sono persone che hanno esperienze e competenze dirette e alte con il disagio siano ostacolate invece che accolte come una risorsa.

Carbonia.net: Piazze, parchi e luoghi di aggregazione sociale: secondo te cosa manca ad alcuni luoghi di Carbonia per diventare o ritornare a essere un punto di ritrovo, di socializzazione e di svago? Quali iniziative potrebbe portare avanti il Comune per rendere questi luoghi più puliti, più ordinati, piacevoli da frequentare?

Barbara: Nel nostro programma abbiamo pensato a un programma di iniziative per animare il centro cittadino. Pensiamo a giornate di pedonalizzazione con l’organizzazione di weekend tematici con spettacoli e arte di strada. Per le periferie credo dovremo puntare a un coinvolgimento diretto delle cittadine e dei cittadini istituendo dei protocolli che normino la cittadinanza attiva. Tante cittadine e cittadini vorrebbero impegnarsi per abbellire e tenere pulita la nostra città ma manca un coordinamento. Il comune dovrebbe attivarsi per fare questo.

Carbonia.net: Ponte sul Rio Cannas: quale destino gli daresti? Riprenderesti l’interessante progetto originario di unire il Museo di Villa Sulcis alla Necropoli preistorica del Parco urbano di Cannas di Sotto o abbandoneresti definitivamente l’idea, prevedendo quindi un progetto importante di rimozione della struttura e riqualificazione delle aree interessate?

Barbara: Il ponte ha fatto parte di un progetto più ampio di riqualificazione che ha permesso di mettere ordine a un quartiere. Anche qui io penso che senza un processo di coinvolgimento dei cittadini ogni progetto sia destinato a fallire.

Credo possano essere fatte due cose:

ripristinare le parti pericolanti, puntare sull’illuminazione e l’abbellimento. Coinvolgere associazioni di giovani che qualche anno fa avevano provato a utilizzare quel contesto con lo skate park.

Ma soprattutto: perché non chiediamo a quel quartiere come poter intervenire?

Carbonia.net: Com’è nata la tua candidatura? (chi ha preso l’iniziativa, perché hai accettato)

Barbara: Faccio parte di un gruppo che da anni svolge un’attività sociale e culturale prima ancora che politica attraverso un luogo come la Casa del Popolo. Negli anni abbiamo promosso lo sportello di ascolto che ho gestito personalmente, il pastificio sociale, la promozione di attività culturali.

La mia candidatura nasce da lì. Provare a esserci per un’intera comunità nelle istituzioni sapendo che questa non sarà mai, anche se dovessi essere eletta, una parentesi. Il mio e il nostro impegno continuerà ben oltre le elezioni.

Carbonia.net: Quali sono i motivi per cui gli elettori dovrebbero scegliere te tra i tanti candidati a consigliere comunale?

Barbara: Ci sono candidate in tutti gli schieramenti persone valide e di buona volontà.

Nella mia lista ci sono uomini ma soprattutto donne che ho conosciuto meglio in questa esperienza e che sono persone fantastiche e preparate.

Votando me le persone votano un progetto collettivo che vive in città da anni.

Penso poi di poter mettere a disposizione della città l’esperienza che ho maturato in oltre 15 anni di lavoro a contatto con certi tipi di disagio.

Carbonia.net: Come percepisci la condizione della donna oggi? (in generale e nel Sulcis in particolare)

Barbara: Essendo psicologa sono portata maggiormente a ragionare sull’individuo e a interrogarmi su ciò che provoca comportamenti violenti e discriminatori.  Le innovazioni sociali e legali per la tutela delle donne sono importantissime, ma credo che per poter osservare un mutamento profondo ci si dovrebbe concentrare sulla educazione degli individui: educazione all’empatia all’affettività e alla sessualità. In questa ottica immagino Luca Pizzuto come un ottimo interlocutore, sia per la sua professionalità che per la sua umanità.

La condizione della donna nel Sulcis non è dissimile da quella che vivono le donne in altri territori. La crisi economica e il disagio forse qui incidono negativamente sulla percezione che le donne hanno di se stesse.

Mentre io vedo giovani ragazze che hanno capacità e determinazione enormi. Molto più di quelle che io avevo quando avevo la loro età. Quello che vorrei dire è comunque non dobbiamo poi dimenticarci dei diritti sostanziali. Anche nel nostro territorio il diritto a decidere sul proprio corpo va a sbattere e viene svilito quando una donna si trova di fronte a reparti di ginecologia in cui se va bene trovi un solo medico o medica che non siano obiettori.

Barbara Pischedda
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